domenica 29 marzo 2009

I BAMBINI CI INSEGNANO L'AMORE

Quant'è grande Dio?
Era una delle giornate più calde della stagione secca. Da un mese almeno non vedevamo la pioggia. Le colture stavano morendo. Le mucche avevano smesso di dare latte. I ruscelli ed i fiumi erano ritornati da molto tempo alla terra. Era una stagione secca che, prima di finire, avrebbe rovinato parecchi agricoltori.
Ogni giorno, mio marito e i suoi fratelli affrontavano l’arduo compito di cercare di portare acqua ai campi. Ultimamente questo processo aveva comportato l’andare a caricare un camion al locale stabilimento di distribuzione d’acqua. Ma un severo razionamento aveva sospeso l’erogazione. Se non fosse arrivata presto un po' di pioggia… avremmo perso tutto. Fu in questo giorno che imparai la vera lezione della condivisione e assistetti all’unico miracolo che abbia visto con i miei occhi.
Ero in cucina a preparare il pranzo per mio marito e i suoi fratelli quando vidi mio figlio, Billy, di sei anni, andare verso il bosco. Non stava camminando con l’abituale abbandono di un bambino bensì con uno scopo ben preciso. Riuscivo a vederne soltanto la schiena. Chiaramente, camminava con grande sforzo… cercando di rimanere stabile il più possibile. Alcuni minuti dopo essere scomparso nel bosco, ne uscì di nuovo correndo verso casa. Ritornai a preparare i panini pensando che, qualunque fosse la faccenda a cui si era dedicato, l’avesse ormai conclusa. Tuttavia, dopo alcuni minuti, lo vidi andare di nuovo verso il bosco con quel passo lento, determinato. Questa attività andò avanti per un’ora: camminava lentamente verso il bosco, ritornava correndo verso casa.
Alla fine non potei più resistere e scivolai fuori dalla casa seguendolo nel suo cammino (facendo molto attenzione per non essere vista… dato che egli stava ovviamente facendo un lavoro importante e non gli serviva che la Mamma lo controllasse). Egli teneva le mani a coppa davanti a sé mentre camminava con molto cautela per non versare l’acqua… forse due o tre cucchiai, contenuta nelle sue manine. Mi feci più vicino quando egli entrò nel bosco. Rami e rovi colpivano il suo piccolo viso, ma egli non cercava di evitarli. Aveva uno scopo molto più elevato. Mentre mi chinai per spiarlo, vidi la più sorprendente delle scene.
Numerosi grandi cervi si profilarono davanti a lui. Billy andò dritto verso di essi. Stavo quasi per urlargli di scappare. Un enorme maschio con elaborate corna gli era pericolosamente vicino. Ma il cervo non lo minacciava… non si mosse nemmeno quando Billy s’inginocchiò. E vidi un minuscolo cerbiatto, sdraiato per terra; era chiaro che soffriva di disidratazione e spossatezza per il caldo, lo vidi alzare la testa con grande sforzo per leccare l’acqua dalle mani del mio bellissimo bambino. Quando l’acqua fu finita, Billy saltò su per ritornare di corsa verso casa, ed io mi nascosi dietro un albero.
Lo seguii fino a casa, fino ad un rubinetto da cui avevamo sospeso l’erogazione dell’acqua. Billy lo aprì al massimo ed un piccolo gocciolio iniziò a scendere lentamente. Egli s’inginocchiò lì, lasciando che la sua “coppa” improvvisata venisse riempita goccia a goccia, mentre il sole picchiava sulla sua piccola schiena. E tutto mi fu chiaro: il guaio in cui si era trovato per aver giocato con il tubo dell’acqua la settimana precedente. La lezione che aveva ricevuto sull’importanza di non sprecare l’acqua. La ragione per cui egli non mi aveva chiesto di aiutarlo. Ci vollero quasi venti minuti prima che le gocce riempissero le sue mani. Quando si alzò per riprendere il percorso, io ero lì davanti a lui.
I suoi occhietti si riempirono di lacrime. “Non sto sprecando”, fu tutto ciò che disse. Quando riprese il cammino, mi unì a lui… con un piccolo recipiente d’acqua dalla cucina. Lasciai che fosse lui a curare il cerbiatto. Rimasi in disparte. Fu compito suo. Stetti ai margini del bosco osservando il più bel cuore che abbia mai conosciuto lavorare così duramente per salvare un’altra vita. Mentre le lacrime, che mi rotolavano giù per il viso, toccavano terra, altre gocce… e altre gocce… e ancora altre all’improvviso si unirono ad esse. Guardai su verso il cielo. Fu come se Dio stesso stesse piangendo d’orgoglio.
Probabilmente qualcuno dirà che è stata soltanto un’enorme coincidenza. Che questi miracoli in realtà non esistono. Che sarebbe comunque piovuto prima o poi. E non posso discutere con questo... non ci proverò nemmeno. Tutto quello che posso dire è che la pioggia che arrivò quel giorno salvò la nostra fattoria… proprio come le azioni di un bimbo salvarono una vita.
Non so se qualcuno leggerà questo… ma ho dovuto scriverlo. Per onorare la memoria del mio bellissimo Billy che mi è stato portato via troppo presto… ma non prima di avermi mostrato il vero volto di Dio, in un piccolo corpo scottato dal sole.
Quello E’ Dio!
Vi è mai capitato di star semplicemente seduti lì e all’improvviso aver voglia di fare qualcosa di bello per qualcuno che amate? Quello è Dio! Vi parla attraverso lo Spirito Santo.
Siete mai stati in bolletta e vi è sembrato che non ci fosse nessuno con cui parlare? Quello è Dio! Egli vuole che parliate con Lui.
Vi è mai capitato di pensare a qualcuno che non vedevate da molto tempo ed il momento dopo l’avete visto o avete ricevuto una sua telefonata? Quello è Dio! Non esistono le coincidenze.
Vi è mai capitato di ricevere qualcosa di meraviglioso che non avevate chiesto, come denaro per posta, un debito misteriosamente cancellato, o un buono per un grande magazzino dove avevate appena visto qualcosa che vi piaceva ma che non potevate permettervi? Quello è Dio! Egli conosce i desideri del vostro cuore.
Vi siete mai trovati in una situazione in cui non avevate idea di come poter migliorare, ed ora vi guardate indietro ricordandola? Quello è Dio! Egli ci fa passare attraverso le tribolazioni, per vedere una giornata più luminosa.
Non raccontate a DIO quanto è Grande la vostra tempesta.
Raccontate alla tempesta quanto è Grande DIO!
Anonimo

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